
LA CREATIVITA’ NELLA PROGETTAZIONE
La fantasia, l’elemento vitale, la spinta creativa, potremmo definirla come l’energia pulsante. La creatività, d’altra parte, rappresenta l’incandescenza, l’atto stesso, il movimento. Si nutre della bellezza o, più precisamente, dell’arte di affrontare la mancanza, “l’amicizia nei confronti della mancanza”. Come Uomini, siamo creature mancanti, mancanti sempre di qualcosa e la storia delle arti ci insegna che sono spesso le anime più sensibili o “carenti” a dimostrare la maggiore creatività. Questa fonte di energia, “benzina” o “elettricità”, rappresenta la consapevolezza di questa mancanza, unita alla visione di opportunità, una fessura, un “Oltre”, una Bellezza, manifestati in un volto, un gesto, un paesaggio. Questa possibilità si intravede durante un istante fugace, preferibilmente in uno stato di benessere assoluto, anche se momentaneo. La creatività è priva di regole, le regole e i metodi emergono in seguito, quando si passa al “lavoro artigianale”, un processo più lungo e meticoloso. Serve un motore per far bruciare la benzina, per creare energia. E da cos’è fatto il motore? Il motore siamo noi ed è fatto di varie componenti: la predisposizione, il DNA; le esperienze dell’infanzia; il percorso di studio; e le esperienze adulte, inclusi viaggi, confronti e il mantenimento della curiosità, che ci rende aperti a influenze, comprese quelle dell’arte e della natura. La Fantasia potrebbe essere descritta anche come Pensiero Associativo, il tipo di pensiero che utilizziamo quando esercitiamo la creatività. Secondo alcuni paleoantropologi è questa prerogativa e non il pensiero lineare come a lungo si è ritenuto, che ci rende unici nel panorama dell’evoluzione. Dal punto di vista pratico la capacità creativa -unica- dell’uomo è stata in passato collegata alla capacità intellettuale, del raziocinio e della logica, invece così non è. E’ invece quella parte imponderabile del nostro modo di comportarci che ci permette di superare le crisi attraverso la creatività. E questo secondo la paleontologia è avvenuto tra i 200.000 e 90.000 anni quando è nato l’artista’. Il motore e la benzina quindi non bastano per progettare, creare, essere creativi. Occorre un additivo, una scintilla: l’ispirazione o quel qualcosa di misterioso, di imponderabile, che entra ma non basta; serve la libertà l’iniziativa personale, un’attrattiva, l’amicizia con la propria mancanza’ -appunto- per accendere la combustione e lanciare il processo creativo. Il processo di progettazione e design architettonico è poi un percorso lungo e incredibilmente intricato, una battaglia che coinvolge forze contrastanti. È una guerra fatta di continue battaglie, per assicurarsi che la fantasia non venga sconfitta, che la combustione non si estingua e che la creazione sopravviva, garantendo un risultato finale.

E quale sarebbe questo risultato? Cosa significa creare un’architettura invece di un semplice edificio, una struttura contenitiva o un progetto di Design con la D maiuscola? In sostanza il risultato di un edificio o di una struttura, non è mai neutro. Non c’è mai un pareggio, c’è sempre una vittoria o una sconfitta: per il committente, per la città il territorio, la comunità o il paesaggio. Introdurre la fantasia e l’immaginazione nel Fare architettura significa creare qualcosa con un significato, qualcosa che sia in relazione con Altro. Succede quando : risultato apre nuovi orizzonti, nuove prospettive, quando uno spazio o un oggetto ben disegnato induce a un respiro più profondo, a un sorriso interiore, a una soddisfazione inaspettata. Personalmente. per progettare e creare, non disegno più da anni, almeno nella fase iniziale. Immagino i progetto nella mia mente come un modello 3D. Questo approccio non solo coinvolge il disegno al computer, elimina il disegno in sé. Le idee prendono forma mentalmente, come modelli 3D. Questo processo è simile a quello di molti compositori e musicisti. Tohn Cage affermava di percepire mentalmente la musica prima di trascriverla, mentre Giovanni Allevi compone in piscina mentre nuota (almeno finchè poteva farlo), Franco Battiato lavorava direttamente al computer, avendo già la musica in testa. Il disegno è uno strumento di comunicazione, soprattutto con i collaboratori. Questo dimostra che l’atto creativo, dove la fantasia gioca un ruolo predominante, è diverso dal lavoro “artigianale”, “manuale”, un lavoro metodico per produrre risultati specifici. In un progetto architettonico, la fantasia dovrebbe sempre essere presente, anche quando non è evidente. Può essere evidente nel risultato o espressa in maniera sottile ma deve sempre esserci. Altrimenti, non si può parlare di Architettura.

